DENSHO di Matteo Greghi
In questi giorni (aprile 2024) sono due anni che è stato pubblicato il libro “Densho” scritto da Matteo Greghi edito dalla Luni Editrice.
Approfittiamo di questa ricorrenza per riscrivere di questo libro che ha avuto un importante riscontro positivo sia per le recensioni entusiastiche che per la sua presenza in molte librerie.
L’opera di Matteo Greghi offre un’analisi approfondita dei Venti Precetti del Maestro Funakoshi, fondatore del Karate-Do Shotokan, con una chiave di lettura innovativa e diversa da quanto fatto fino ad ora.
Il libro non si limita a una mera spiegazione dei principi, ma li esplora in modo critico e comparativo, arricchendoli con la personale visione del Karate-Do e della vita maturata attraverso anni di pratica.
L’obiettivo di Matteo non è quello di “insegnare”, ma piuttosto di fornire una chiave di lettura per comprendere e realizzare il pensiero del Maestro Funakoshi. Il testo si rivolge quindi sia praticanti marziali di ogni livello, offrendo spunti di riflessione e nuovi approcci alla pratica, che a persone interessate, o meno, al mondo marziale.
L’opera di Matteo Greghi non si limita ad essere un manuale tecnico per karateka, ma si apre a un pubblico più ampio, offrendo una chiave di lettura per la vita stessa.
I Venti Precetti del Maestro Funakoshi, infatti, non sono solo principi marziali, ma racchiudono una filosofia di vita applicabile a tutti gli ambiti dell’esistenza, anzi possiamo dire che forse i venti precetti sono un compendio di indicazioni proprio per la vita stessa attraverso la pratica del Karate-Do.
È quindi un libro che può arricchire la vita di chiunque lo legga, indipendentemente dal fatto che pratichi karate o meno. È un libro che ci invita a riflettere su noi stessi e sul nostro posto nel mondo e come cercare di vivere una vita migliore.
La stessa vita del Maestro Funakoshi, che viene ripresa nel libro, è un esempio lampante di come la determinazione, lo spirito di abnegazione, la capacità di superare le avversità e di rialzarsi ricominciando, possano generare forza ed energia condivisa e trascinante, illuminando un percorso virtuoso ad una moltitudine di persone che hanno trovato nella pratica e nello studio del Karate-Do una motivazione di vita ed avere, scomodando un grande filosofo/psicologo, “Una vita piena e degna di essere vissuta“.
Estratto della prefazione al libro, del Maestro Carlo Fugazza
“Noi amiamo il karate proprio perché può sostituirsi alle parole e, come le parole, raccontare la pratica, i suoi significati morali e la sua filosofia etica… Il volume, rispetto ad altre ricerche simili, è molto approfondito. Greghi si è efficacemente confrontato con la cultura e la filosofia giapponese per riuscire a trovare il significato più corretto e coerente dei precetti da rendere comprensibile al lettore italiano. Denshō. Studio sui Venti precetti del Maestro Gichin Funakoshi non è solo per esperti di karate, ma per tutti coloro che sono interessati ad applicarne i principi nella vita di tutti i giorni, proprio come recita uno dei precetti: Il Karate non si vive solo nel dojo. 道場のみの空手と思ふな Dojo nomino karate to omou na”.
Estratto dall’introduzione al libro
“Gichin Funakoshi Sensei è universalmente riconosciuto come il “padre” del Karate-do moderno… nacque nel villaggio Yamakawa di Shuri, ad Okinawa, nel 1868.
Nel corso del tempo Funakoshi Sensei tenne molteplici dimostrazioni per promuovere la diffusione del Karate a Okinawa…, ma forse quella più significativa avvenne nel 1921 quando il principe e futuro imperatore del Giappone Hirohito in viaggio verso l’Europa fece scalo proprio a Okinawa, dove fu organizzata in suo onore una manifestazione di Karate in cui parteciparono molti esperti Maestri dell’isola, compreso il Maestro Funakoshi.
Nel 1922 si tenne a Tokyo una “Esibizione Atletica delle Antiche Arti Marziali” alla quale fu invitata a partecipare anche la prefettura di Okinawa. Funakoshi Sensei fu scelto come ambasciatore per portare in Giappone la conoscenza del Karate di Okinawa.
La dimostrazione ebbe un grande successo, la curiosità verso il Karate si fece talmente accesa da costringere il Maestro Funakoshi a rimandare la data del suo rientro a Okinawa per poter continuare a tenere esibizioni e conferenze.
Il Maestro Funakoshi iniziò a divulgare la sua arte con la pubblicazione di libri e interventi a riviste di settore, riuscì a incrementare il numero degli allievi e a ottenere spazi per la pratica sempre maggiori fino a quando nel 1938, grazie a una raccolta fondi dei suoi studenti, venne fondato lo Shotokan, il primo dojo professionale della nazione.
Dopo aver dedicato un’intera vita alla pratica, all’insegnamento, alla diffusione e allo sviluppo del Karate-Do, il Maestro si spense all’età di 88 anni, il 26 Aprile del 1957.
Nel 1938 il Maestro pubblicò un libro intitolato “Shoto Niju Kun”, I Venti Princìpi guida del Karate-Do, in cui illustrò venti precetti ai quali un praticante di Karate avrebbe dovuto attenersi durante il suo studio e grazie ai quali la pratica avrebbe potuto giovarsi non solo di avanzamenti tecnici ma anche sviluppare doti morali, educative e intellettuali che avrebbero portato un miglioramento del carattere sotto il profilo etico e sociale.
I Kun, le regole, i princìpi, includono la considerazione per il rispetto e le buone maniere, la condizione di spirito da coltivare durante la pratica, l’applicazione dei dettami filosofici specifici della disciplina anche al di fuori della sala di allenamento, nella vita quotidiana, e indicazioni puramente tecniche e pratiche per migliorare e approfondire lo studio e l’esecuzione dell’arte.
Ho deciso di eseguire una ricerca sui venti precetti del Maestro proprio per toccare con mano una testimonianza “autentica” di Gichin Funakoshi, un lascito che può ancora essere riscoperto in maniera intatta e permanente proprio come lui ce l’ha lasciata.
Alla traduzione letterale dei precetti ho cercato di dare un significato che potesse essere il più fedele possibile a quello che ha voluto trasmettere il Maestro Funakoshi, provando non a interpretarlo a mio modo ma bensì a osservarlo da diversi punti di vista applicabili in differenti contesti, tecnici, comportamentali e morali, nell’atto concreto della pratica ma anche nella quotidianità consueta.
…lasciare che il presente lavoro… diventasse una testimonianza di quanto può riecheggiare ancora presente e profonda la voce di Funakoshi Sensei, ricevendo con gratitudine gli insegnamenti di un uomo buono, appassionato e rivoluzionario e nel contempo impegnandomi affinché le parole del Maestro possano perpetuarsi nel tempo, nello spazio e in una cultura lontana rispetto a quella in cui lui stesso svolse la sua missione.”
Biografia Matteo Greghi
Cintura nera 5° Dan – Istruttore Federale Fikta
Nato nel 1978 a Vigevano, inizia la pratica di Karate all’età di dieci anni e consegue la cintura nera nel 1992 e il diploma di Istruttore Federale Fikta nel 2003. Atleta agonista dal 1992 al 2010, consegue due volte il titolo di Campione Italiano di Kata e gareggia della Nazionale E.S.K.A.
Da sempre tesserato e praticante all’interno della Federazione Italiana di Karate Tradizionale (Fikta), insegna presso la DENSHOKAI Karate-Do e ha svolto il ruolo di docente presso il C.S.A.K. (Centro Specializzazione Agonisti Karate) per la regione Lombardia dal 2014 al 2022. Allievo del Maestro Carlo Fugazza, a sua volta allievo diretto del Maestro Hiroshi Shirai.
Nel Marzo 2022 pubblica il libro DENSHŌ, studio di venti precetti del Maestro Gichin Funakoshi, con la casa editrice Luni.
Attualmente frequenta il Corso Maestri Fikta.