Articolo Grazia Bruni

Come tutte le arti marziali, anche il KarateDo è caratterizzato da regole ferree e da una disciplina per l’appunto marziale.

Questo perché nasce come arte di autodifesa, pertanto richiedeva – e richiede tutt’oggi – requisiti essenziali come forza, velocità, autocontrollo e per ottenerli è necessario acquisire disciplina mentale, concentrazione e allenamento.

Questa la premessa di un’Arte che, negli aspetti agonistici, è anche sport e che pertanto prevede, nella sua naturale natura, l’idea di confronto, di competizione, di gara, che ha, oltretutto, lo scopo finale di migliorare la persona.

Come tutte le gare, anche quelle del karate – divise tra kata e kumite – prevedono una sfida tra due o più persone, se parliamo di competizioni a squadra.

A questo punto nasce la necessità, di regolamentare la competizione e di istruire dei preposti al ruolo di giudici di gara.

Per meglio comprendere il ruolo di queste figure è necessario fare un passo indietro e cercare di capire come e dove si svolge una gara di karate. In tutte le manifestazioni si è alla presenza di un quadrato di gara, su questo avverrà la competizione vera e propria. Per essere certi che chi gareggia possa essere giudicato in maniera equa, il potere decisionale e di controllo non spetta al singolo. Infatti, la complicata forma di esecuzione impedirebbe ad un solo uomo di verificare l’attendibilità della tecnica per questo l’arbitraggio di una gara avviene grazie ad una giuria di quadrato.

La giuria di quadrato ha funzioni esclusivamente tecniche ed è composta da un arbitro centrale e da quattro giudici d’angolo (la cui divisa è il karate-gi e l’hakama).

L’arbitro centrale ha la funzione di dirigere l’incontro di kumite utilizzando terminologie e gestualità convenzionali. È colui che vive nel pieno i movimenti dei due avversari e ha il quadro interno della situazione, inoltre è l’unico che può porre fine o interrompere un combattimento.

Ma fondamentale è la visione dei quattro giudici d’angolo, il cui compito è quello di segnalare l’esecuzione di tecniche “sfuggite” all’arbitro centrale.

Inoltre, ogni area di gara ha un Arbitrator, il quale ha i seguenti doveri:

  • seguire da seduto, le fasi di ogni incontro ed intervenire immediatamente tramite l’arbitro centrale, in caso di accertamento di violazioni delle norme arbitrali;
  • se interpellato dall’arbitro centrale, dare la propria opinione;
  • annotare i punteggi e le sanzioni di ogni incontro;
  • osservare se durante la gara si verificano casi di incompetenza o di favoritismi da parte di qualche Giudice;
  • accogliere o respingere i reclami dell’allenatore.

Questa molteplicità di presenze solo per garantire la massima correttezza e il massimo controllo di una gara.

Gli ufficiali di gara, non sono rappresentati soltanto dalla giuria di quadrato sopracitata, ma anche da una giuria di tavolo.

Questa giuria lavora “dietro le quinte” ed ha un compito meno evidente per chi osserva da fuori la gara. Infatti, spesso passa inosservata pur avendo un ruolo notevole. Questa giuria di tavolo è composta dai Presidenti di Giuria.

I Presidenti di Giuria (PdG) hanno il compito di dirigere la gara dal punto di vista amministrativo, sono considerati i notai della Federazione durante una competizione ed hanno una funzione molto importante in quanto il loro ruolo è fondamentale per il buon esito delle competizioni.

Devono occuparsi di tutta l’organizzazione della gara, dalle fasi iniziali, con la stesura della circolare e la raccolta delle iscrizioni, alle discese in campo e sorteggi e in sede di gara con la registrazione e la verifica degli atleti. Devono coordinare i quadrati di gara, verbalizzare l’accaduto e gli esiti delle gare.  Non sono necessariamente dei tecnici (praticanti karate) ma sono integerrimi conoscitori dei regolamenti e di tutte le regole necessarie per una corretta gestione del tatami.

Tutto il sistema organizzativo passa dalle loro mani. Sono presenti al tavolo adiacente il quadrato di gara e qualunque situazione possa accadere è sotto il loro controllo.

Inoltre, i PdG conoscono perfettamente il regolamento arbitrale, in quanto non essendo coinvolti direttamente sul quadrato di gara hanno un punto di vista esterno, potendo così individuare situazioni che talvolta possono sfuggire agli arbitri.

Al fine di garantire la massima competenza e professionalità nell’espletamento delle loro attività, tutti gli Ufficiali di Gara Fikta devono seguire dei corsi di formazione, organizzati a livello regionale e nazionale, per fare pratica costante e continuare ad aggiornarsi periodicamente.

Migliorarsi continuamente è uno dei principi fondamentali del KarateDo Tradizionale Shotokan che ci è stato tramandato dai nostri Maestri fondatori.

Questo continuo miglioramento, che è stato definito recentemente Kaizen (KAI – cambiamento/miglioramento e ZEN – buono/positivo), è una costante del praticante di KarateDo Tradizionale che deve essere perseguita in tutte le nostre attività (dentro e fuori dal dojo) e deve diventare una attitudine per tenere aperta la mente e mettersi sempre in discussione.

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