Partenza Corso 2024-2025 KKK Piemonte – 25 settembre 2024

Mercoledì 25 settembre, a San Raffaele Cimena (TO), presso la palestra del Maestro Franco Bechis è iniziato il corso 2024-2025 denominato KKK, gestito ed organizzato dai Maestri Franco Bechis e Franco Stizzoli. Il corso è tenuto dal Maestro Silvio Campari ed aperto a tutti gli iscritti Fikta.

Insegnante del corso, come sempre, il Maestro Silvio Campari, allenatore della nazionale kumite italiana Fikta/ISI, che dall’alto della sua pratica di più di cinquant’anni nel Karate Tradizionale, ha deciso di dedicare, da ormai più di vent’anni, questo corso ai tre modi principali di praticare il karate.

KKK infatti sta per Kihon, Kumite e Kata.

Che si tratti di tradizionale è stato chiaro fina dalle prime tecniche della lezione di ieri sera, tutte a mano aperta, prima eseguite individualmente e poi applicate a coppie dai praticanti, tutti cinture nere di livello elevato, parecchi dei quali a loro volta insegnanti piemontesi e valdostani, che seguono da anni il Maestro Campari, per mantenersi sempre aggiornati e legati in un gruppo particolarmente affiatato e coeso, che fa dello studio e nella diffusione del tradizionale la propria missione.

Quando si è passati a studiare una serie preordinata di sequenze di Kumite, l’utilizzo della mano aperta, è stato impiegato sotto forma di contrattacco, come tecniche conclusiva, di “Todo-me”

Le sequenze studiate prevedevano la conclusione eseguita prima da parte di chi difendeva e poi da chi attaccava, in modo

La lezione è proseguita con lo studio dei kata Heian Yodan e Kankudai, che sono stati ripetuti per più di un’ora in modo da mettere a punto tutta una serie di particolari importanti.

In particolare, il kata Heian Yondan è stato eseguito sia nel modo classico, sia smontato e rimontato dal Maestro, in modo da farlo eseguire nelle otto direzioni, ed in alcune sequenze applicato a coppie sotto forma di Bunkai.

Il Maestro Campari, così come il Maestro Fugazza, Presidente della Commissione Tecnica Nazionale Fikta, insistono affinché tutti i tecnici trasmettano una unica versione dei vari kata, perché, se le applicazioni possono essere infinite, il kata deve rimanere fedele all’originale e non mutare per adeguarsi ai vari bunkai o, peggio ancora, a versioni da gara modificate per comodità e non più fedeli.

Non dimentichiamo mai che noi siamo praticanti di un certo tipo di karate: quello della tradizione.

Testo e foto Marco Bracciani

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