Primo raduno tecnico nazionale – Commissione Nazionale Karate-Do Shotokan Tradizionale Fikta/Fijlkam – 6 ottobre 2024 – Palasport Via Palmiro Togliatti, Chioggia Venezia

UN PONTE TRA PASSATO E FUTURO

Il 6 ottobre a Chioggia un novero di 250 praticanti di Karate-Do tradizionale Fikta e Fijlkam hanno avuto la fortuna di partecipare a un evento che, senza iperboli e senza tema di smentita, può essere definito storico per questa disciplina. Non si parla “solo” di uno stage di altissimo livello tecnico che è, da anni, la cifra stilistica della scuola del Maestro Shirai, ma di una vera e propria rivoluzione copernicana, anche sotto il profilo istituzionale. La frattura che da decenni separava il mondo del karate italiano, infatti, si è dovuta confrontare con un “ponte di collegamento” costruito all’insegna del reciproco rispetto e del vicendevole riconoscimento di campo.

Ma andiamo con ordine.

La Commissione di Karate-Do Tradizionale nata in seno alla Fijlkam grazie all’iniziativa della Federazione e dei Maestri (Carlo Fugazza, Ofelio Michielan, Pasquale Acri, Silvio Campari e Salvatore Giordano) che costituiscono il fiore all’occhiello della FIKTA, la scuola del Maestro Hiroshi Shirai, ha organizzato il primo stage di Karate-Do Tradizionale della Federazione, dando vita a uno stage/evento unico nel suo genere.

Sotto il profilo tecnico lo stage è stato suddiviso in tre parti (come le tre K del Karate Budo: “kihon” affidata al Maestro Ofelio Michielan, “kumite” affidata al Maestro Silvio Campari e “Kata” gestita in prima persona dal Maestro Carlo Fugazza, coadiuvato dal Maestro Pasquale Acri), il tutto sotto l’occhio attento del Maestro Salvatore Giordano che ha seguito l’evento ma non ha potuto esprimere la sua docenza perché impossibilitato momentaneamente. Il fil rouge che ha legato i diversi momenti dello stage è stato esplicitato dal Maestro Michielan a inizio giornata: il concetto di Applicazione.

“Non ha senso – ha detto il Maestro Michielan – praticare senza avere in testa l’applicazione di ciò che si sta facendo, senza mettere alla prova ciò che stiamo studiando. Vale per il kihon, per il kumite e per il Kata”.

Il Maestro ha poi proposto una sequenza di kihon basata sul programma da primo Dan e resa via via più complessa, insistendo sul concetto di Zanshin (la concentrazione del combattente che resta presente fino al saluto).

Ha, poi, proseguito il Maestro Campari proponendo una serie di sequenze di attacco (sia di pugno che di calcio) e Tai-sabaki da sviluppare a coppie. Anche in questo caso il Maestro ha ripreso i concetti di applicazione e di Zanshin esortando i partecipanti a non accontentarsi di un’esecuzione pigra, ma a seguire l’esempio dei grandi Maestri e del Maestro Shirai in primis che in qualsiasi esercizio hanno sempre dato il massimo.

Infine, il Maestro Fugazza si è concentrato sui Kata Heian Shodan e Gojushiho-dai, assistito dal Maestro Pasquale Acri.

“Montando” e “smontando” Heian Shodan, eseguendolo in versione omote, ura e kono il Maestro ha mostrato come tutti i principi affrontati nello stage fossero già contenuti nel primo kata e come, sotto la superficie apparentemente semplice di un Kata “elementare” si nasconda un mondo vastissimo da studiare e ristudiare man mano che una maggiore esperienza consente al praticante di scoprire nuove sfaccettature.

Come a voler dimostrare questo principio il Maestro Fugazza è poi passato a lavorare su Gojushiho-dai per mettere in evidenza la versatilità del Kata che, se interpretato con occhi esperti era applicabile sia come sequenza di attacco che come sequenza di difesa.

Ma, come si diceva, non è stata l’usuale maestria della commissione a consegnare questa giornata alla storia.

È stato il profilo istituzionale, infatti, a riservare le sorprese più grandi e, per certi versi, commoventi.

Alla presenza del Maestro Toshihisa Nagura, Segretario Generale WKF, del Presidente del settore Karate Fijlkam, Davide Benetello, del Vicepresidente settore karate veneto, Vladi Vardiero, e dell’assessore allo sport del comune di Chioggia, Riccardo Griguolo, la Fijlkam ha deciso di riconoscere il decimo Dan federale al Maestro Shirai, mettendo un sigillo istituzionale/governativo al lavoro e alla vita del Maestro.

Toccanti e piene di emozione le parole del Presidente Benetello che, in prima battuta, ha voluto sottolineare l’importanza del lavoro svolto dalla FIKTA e il valore aggiunto che il Karate-Budo del Maestro può portare all’interno della Federazione estendendone i confini non solo all’attività sportiva, ma introducendo una vera e propria dimensione tecnico/culturale della quale la Federazione avvertiva il bisogno.

Successivamente il Presidente Benetello ha voluto leggere alla Maestra Yuri Shirai, candidata Presidente alle prossime elezioni FIKTA, la lettera che la Federazione, nella sua persona e in quella del Presidente Federale Domenico Falcone, aveva indirizzato a suo padre, il Maestro Shirai, in occasione del conferimento del decimo Dan (il più alto grado di questo livello per la Federazione). Una lettera carica di stima che pare incarnare quel ponte, di cui si accennava in apertura, capace di riunire il Karate italiano e della quale, vista la portata storica del documento, vale la pena riportare un estratto degli ultimi paragrafi:

“[…] Grazie a Lei [Maestro Hiroshi Shirai], il Karate in Italia non è solo cresciuto come disciplina sportiva, ma si è diffuso come arte e come via per lo sviluppo personale. Il Suo ruolo nella formazione di Atleti e di Insegnanti Tecnici di livello mondiale è inestimabile, e il Suo impatto va ben oltre le mura del dojo, raggiungendo il cuore di chiunque abbia incontrato il Suo cammino.
A nome di tutta la Federazione e della grande famiglia del Karate italiano, Le porgiamo i più sentiti ringraziamenti e le più vive felicitazioni per questo storico traguardo.
Con deferenza e stima.”

Un rispetto evidente e sostanziale per il Maestro, per il suo lavoro e per la organizzazione che ha fondato e che è, a maggior ragione, estremamente significativo se a manifestarlo è quell’ “altra anima” del Karate italiano. Un’anima che, almeno sotto il profilo dei valori, non pare più così distante da noi, come invece ci era stato dipinto in passato.

Per concludere, prendendo in prestito le parole del vicepresidente Vladi Vardiero: “Fra dieci o vent’anni, chi era qui potrà dire: io c’ero“.

Oss

Testo Pietro Morgagni
Foto #massimiliano_gironi per Fikta

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